Quando ho iniziato a cucinare sul serio, non pensavo che il forno potesse pesare così tanto sulla bolletta. Oggi, con il caro-energia, ogni volta che giro la manopola mi chiedo: “Vale davvero la pena accenderlo solo per una teglia?”. La risposta, per me, è diventata no: se il forno si accende, deve lavorare per tre piatti. Primo, contorno e dolce nella stessa infornata.
In questo articolo ti porto nella mia cucina di quarantenne maniaco dell’organizzazione e ti spiego, passo dopo passo, come riempire sempre il forno, cucinare di più e consumare meno.
L’idea: un forno, tre piatti
Il principio è semplice: invece di accendere il forno tre volte in una settimana, lo accendi una sola volta e prepari tre ricette in contemporanea. La chiave è scegliere piatti che cuociono alla stessa temperatura, di solito tra 180 e 200 °C, la fascia “comfort” della maggior parte dei forni domestici.
Io ragiono così: un primo al forno (pasta, riso, sformato), un contorno di verdure o patate e un dolce semplice da colazione o fine pasto. In questo modo preparo subito una cena completa e mi porto avanti con pranzi o colazioni dei giorni successivi.
Come scegliere il menu giusto
Per il primo prediligo piatti “robusti”: pasta al forno con verdure, lasagne leggere, timballo di riso, gnocchi alla sorrentina. Sono ricette che reggono bene il calore e non soffrono se restano in forno qualche minuto in più.
Per il contorno di solito vado su verdure o tuberi: patate, carote, cipolle, zucca, cavolfiore, broccoli. Taglio tutto a pezzi regolari, condisco con olio, sale, erbe aromatiche e verso in una teglia ampia. Se so che il primo è molto sostanzioso, preparo verdure semplici; se il primo è più leggero, faccio patate belle croccanti.
Il dolce dev’essere “easy”: torta di mele bassa, plumcake allo yogurt, torta all’arancia, ciambella. Evito dolci delicatissimi e soufflé, che richiedono condizioni molto precise.
L’ordine di lavoro che uso sempre
Per far funzionare il metodo senza stress, l’ordine di preparazione è fondamentale.
Per prima cosa mi occupo del dolce. Preparo l’impasto, fodero la teglia, verso tutto e lascio riposare qualche minuto sul piano. Viene poi il turno del primo: metto su l’acqua per la pasta o per il riso, nel frattempo preparo il condimento (verdure saltate, ragù, besciamella, quello che ho deciso), assemblo in pirofila.
Solo alla fine preparo il contorno di verdure: siccome richiede poco “pensiero”, lo faccio per ultimo, quando ormai la cucina è già in moto. In questo modo, nel momento in cui il forno è caldo ho già tutti e tre i piatti pronti da infornare.
Statico o ventilato? E dove mettere le teglie
Se il tuo forno ha la funzione ventilata, è il momento di sfruttarla. La ventola fa circolare l’aria e permette una cottura più uniforme anche con più livelli occupati. Di solito metto il piatto più delicato, spesso il dolce, al centro; sopra posiziono il primo, sotto il contorno di verdure, che non soffre se prende un po’ più di calore dal basso.
Ogni tanto ruoto le teglie, soprattutto se vedo che una parte colora più dell’altra. Se hai solo la funzione statica, puoi comunque cuocere due piatti insieme e aggiungere il terzo a metà cottura, quando il forno è ben caldo. Non sarà perfetto come un forno professionale, ma per la cucina di casa funziona più che bene.
Paura degli odori misti? Si può evitare
Lo so, il timore di molti è questo: “E se la torta sa di cavolfiore?”. In realtà, con qualche accortezza, non succede. Le pirofile del primo e del contorno le scelgo alte, così i profumi restano più “chiusi” dentro. Per il dolce preferisco sapori che reggono il confronto: agrumi, spezie, mela e cannella. Se proprio devo cucinare qualcosa dall’odore invadente, come il pesce, evito di abbinarlo a un dessert nella stessa infornata e rimando il dolce a un altro giorno.
Alla fine della cottura lascio il dolce in forno spento qualche minuto, da solo, mentre tiro fuori primi e contorni. È un piccolo trucco che aiuta a far “sparire” eventuali odori estranei.
Sfruttare il calore residuo
Un altro punto chiave del metodo è non sprecare il calore che il forno ha accumulato. Raramente porto la cottura fino al minuto preciso indicato in ricetta: di solito spengo dieci minuti prima e lascio i piatti all’interno con lo sportello chiuso. Il calore residuo finisce di cuocere delicatamente, soprattutto verdure e dolci, e nel frattempo il termostato non consuma più.
Quando cucini tre piatti insieme, questa strategia vale doppio: non solo riduci il tempo in cui il forno è effettivamente acceso, ma sfrutti ogni grado di calore per ottenere più cibo.
Un esempio pratico di domenica sera
Per farti capire come funziona nella realtà, ti racconto uno dei miei “classici” da fine settimana. Imposto il forno a 190 °C ventilato. Preparo una torta di mele bassa e la metto in teglia; intanto cuocio la pasta e assemblo una pasta al forno con broccoli e un po’ di formaggio filante; alla fine taglio patate e carote a cubetti, le condisco con olio, sale e rosmarino.
Quando il forno è in temperatura, inforno tutto insieme: pasta al forno, verdure e torta. Dopo circa venticinque minuti controllo il dolce; se è quasi pronto lo sposto sul ripiano più basso e lascio finire la cottura degli altri due piatti. Spengo un po’ prima del “tempo ufficiale” e sfrutto il calore residuo.
Risultato: una cena completa pronta senza affanno, contorno per il pranzo del giorno dopo e dolce per la colazione. Il forno ha lavorato una volta sola, invece di tre.
In un periodo in cui guardiamo ogni dettaglio della bolletta, questo modo di cucinare è diventato per me una piccola rivoluzione: meno spreco di energia, meno tempo speso ai fornelli in giorni diversi, più piatti pronti quando torno a casa stanco. Non serve essere chef stellati per organizzarsi meglio: basta ricordarsi una regola semplice, ogni volta che ti viene voglia di accendere il forno… riempilo.

